Ieri sera Striscia la Notizia ha mandato in onda un servizio di Marco Camisani Calzolari (MCC) intitolato “ChatGPT, l’intelligenza artificiale bloccata in Italia. Ecco perché”.
Nel servizio, MCC spiega il perchè della clamorosa decisione del Garante per la protezione dei dati personali, a seguito del quale OpenIA ha deciso di chiudere l’accesso al sito di ChatGPT agli italiani.
Va tuttavia detto che esiste un modo per aggirare il blocco, così da poter continuare ad accedere al sito anche dall’Italia.
Il servizio di MCC può essere visto cliccando su striscialanotizia.mediaset.it/video/chatgpt-lintelligenza-artificiale-bloccata-in-italia-ecco-perche_374108.
Da notare che, secondo quanto riferito da un giornale tedesco, anche la Germania sta valutando l’ipotesi di bloccare l’accesso a ChatGPT per violazione della normativa sul trattamento dei dati.
Infatti l’ipotesi che effettivamente OpenAI, ovvero la società che sta dietro a ChatGPT, stesse violando le norme sul trattamento dei dati di paesi europei come Italia e Germania era già emersa subito dopo la chiusura del sito. Lo stesso MCC la settimana scorsa affermò in un post su Facebook che era possibile che anche altri Stati avrebbero finito per seguire l’esempio italiano.
Il punto è che se ci sono delle leggi da far rispettare, e se c’è il sospetto che qualcuno le stia violando, il Garante è costretto ad intervenire. Quindi sembra proprio che il Garante non avesse scelta, e dovesse per forza scagliarsi contro questa presunta violazione. Pertanto non è affatto strano che la stessa cosa stia accadendo anche in altri Paesi.
Semmai dovrebbero essere le leggi europee ad essere messe in discussione, dato che invece a quanto pare negli USA il comportamento di OpenAI non vìola alcuna norma.