Ieri durante la conferenza stampa di Jerome Powell il presidente della Fed di fatto ha ammesso che l’attuale politica monetaria della banca centrale degli USA sta provocando dei problemi all’economia statunitense.
E non lo ha nemmeno fatto con tanti giri di parole…
Però ha giustificato questa cosa dicendo che è la politica monetaria migliore tra quelle realmente possibili, visto che il loro obiettivo principale è quello di riportare l’inflazione al 2%.
Ovvero, ha ammesso che la Fed non potrebbe fare altrimenti dato che deve cercare di riportare l’inflazione proprio al 2%. Questo è un obbligo a cui non può sottrarsi.
Tra le righe quindi ha portato a galla il fatto che la Fed non può decidere quale sia il target dell’inflazione, quindi è praticamente vincolata all’obiettivo di riportarla al 2%.
Un giornalista infatti ha chiesto se l’obiettivo potesse essere quello di riportarla sotto il 3%, ma Powell lo ha categoricamente escluso.
Pertanto:
- l’attuale politica monetaria della Fed è dannosa per l’economia, e tutti lo sanno
- la Fed non può realisticamente decidere di fare altrimenti perchè è vincolata al rispetto del suo principale obiettivo (riportare l’inflazione al 2%)
- la Fed non può decidere di modificare questo obiettivo.
A questo punto la domanda che ci si dovrebbe fare è: chi può modificarlo?
La risposta è fin troppo semplice: la politica.
Ma allora sorge spontanea anche un’altra domanda: perchè la politica non lo fa?
In questo caso la risposta non è affatto semplice, e forse nessuno la conosce con precisione in ogni dettaglio.
In sintesi si potrebbe concludere che dalla conferenza stampa di ieri sera emerge che la Fed in questo momento sia il “cattivo” di turno, ma non per colpa propria. La colpa è della politica, che la costringe ad essere “cattiva” (probabilmente controvoglia).
D’altronde la politica è ampiamente abituata a scaricare le colpe su qualcun altro, cercando di non prendersi mai alcuna responsabilità per i problemi che causa con le sue azioni, o con la mancanza di azioni (come in questo caso). E visto che è fin troppo semplice scaricare la colpa sulla Fed “cattivona”, la politica non fa altro che cogliere al balzo l’occasione per fingere ancora una volta di essere “i buoni”, mentre invece in realtà sono evidentemente parte del problema.
PS: il problema nasce durante la pandemia, nel biennio 2020/2021, quando la politica convinse la Fed ad inondare i mercati con quantità immense di dollari creati dal nulla (e la Fed accettò senza protestare).