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C’è un leggero ottimismo, forse ingiustificato (e quindi pericoloso)

bull bear market

Domani verrà reso noto il dato relativo al tasso di inflazione a marzo 2023 negli USA.

In questo momento la previsione è che sarà compreso tra 5,2% e 5,3%, ma potrebbe trattarsi di una previsione eccessivamente ottimistica.

Infatti il dato di febbraio era al 6%, quindi un 5,2% o 5,3% sarebbe decisamente più basso, forse troppo. Oltretutto a febbraio già non era sceso di moltissimo rispetto al 6,4% di gennaio, quindi a me non sembra particolarmente probabile che a marzo l’inflazione negli USA sia scesa così tanto da giustificare una previsione simile.

Va tuttavia detto che i tassi di interesse sono ai massimi degli ultimi decenni, e questo in teoria dovrebbe servire a ridurre drasticamente l’inflazione. Inoltre in Eurozona ad esempio a marzo l’inflazione è “crollata” dall’8,5% al 6,9%.

Quindi in teoria un forte calo anche negli USA, tanto da riportarla poco sopra il 5%, potrebbe esserci, ma si tratterebbe della maggiore riduzione mensile da quando è iniziata a scendere, a luglio dello scorso anno. Oltretutto seguirebbe un’altra significativa riduzione avvenuta a febbraio, mentre ad esempio a febbraio in Eurozona la riduzione fu minima.

A mio parere questo forte calo previsto è leggermente ottimistico, per quanto in teoria possibile, pertanto potrebbe anche essere smentito dai fatti domani.

Se il dato reale fosse vicino al 5,5%, o superiore, i mercati potrebbero reagire male. Forse c’è un leggero eccesso di ottimismo che potrebbe anche causare qualche danno, nel caso in cui i dati non fossero particolarmente buoni.

Se invece il dato fosse in linea con le attese, o addirittura migliore, i mercati potrebbero reagire bene.